venerdì 8 luglio 2016

Morire di razzismo

                             
                                  Ad Emmanuel Chidi Namdi
Sul delta del fiume rimase l’orrore
dietro non esiste più nulla
la vita pagata con altra vita
terrorismo e orrore
recidono l’amore familiare
Da dove si ricomincia? 
dal viaggio,
nel deserto, sul mare, nei centri d’accoglienza,
poi una chiesa, un uomo una comunità
che accoglie un rifugiato
Ricominciare altrove
ricostruire un nuovo sorriso
con l’abbraccio che sostiene il cuore
con i denti bianchi
che illuminano la notte
ed allontanano gli spettri.
Ma nelle strade serpeggia l’odio
disseminato dal Parlamento
e dalle tribune nelle perenni
campagne elettorali
a nutrire le fameliche bestie
Un insulto (inoffensivo secondo alcuni)
e poi il sangue rosso...
versato con violenza assassina
rosso come il sangue di tutti gli uomini

E’ più facile morire di terrorismo
oppure morire di razzismo?

Vana è la fuga, quando la sorte c’insegue
e la vigliaccheria uccide

1 commento:

  1. Caro Francesco,
    una poesia militante, come tu a volte sai fare, con grande determinazione e dignità, affidando alla Parola il messaggio di rivolta che ti brucia dentro.
    Sì, perché certi fatti sono rivoltanti, per il loro effetto concreto e terribile (in questo caso la morte di un uomo) e per il loro valore simbolico, non meno terribile ed inquietante.
    Da una parte la barbarie, istigata da demoni complessi e da disperazioni intollerabili, dall'altra la rinuncia ad ogni parvenza di umanità, quale è ogni ideologia razzista, che la Storia ha messo al bando definitivo ormai da quasi un secolo, ma che come una orrida e cieca Fenice cerca sempre di risorgere dalle proprie ceneri.
    C'è chi minimizza, e facendolo si macchia dello stesso sangue, con l'aggiuntivo spregio della vigliaccheria.
    Il razzismo, comunque si presenti, comunque si vesta, è umanamente il Male Assoluto, il padre putativo e bastardo di tutti i Mali.
    Se non lo schiacciamo, come una serpe impazzita, non si fermerà, anzi, troverà sempre nuovi corpi da infettare, sempre nuovi luridi portavoce a dargli ossigeno, sempre nuovi pagliacci al suo comando, e finirà per soffocarci, tutti.

    Un abbraccio
    Marianna

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